L’insulina è ormone peptidico di 51 amminoacidi che viene naturalmente secreto dalle cellule beta del pancreas. A livello fisiologico la secrezione di insulina è un processo finalizzato a mantenere un livello stabile di glicemia ed è strettamente connesso con la concentrazione extracellulare di glucosio, principale segretagogo dell’insulina.

Legando i propri recettori, l’insulina stimola la captazione e la metabolizzazione del glucosio, la glicogenesi, la lipogenesi e la sintesi proteica, mentre inibisce la lipolisi.

A livello terapeutico viene utilizzata per il trattamento del diabete di tipo 1 ed, in molti casi, del diabete di tipo 2.

Le preparazioni a base di insulina sono classificate in base alla diversa durata d’azione, ottenuta modificando chimicamente la catena peptidica o creando formulazioni che modifichino il profilo di assorbimento dell’insulina nativa; in commercio sono presenti insuline long acting e short acting.
Queste formulazioni possono essere somministrate per via endovenosa, intramuscolare o sottocutanea; per via orale l’insulina non produce effetti poichè non viene assorbita a livello gastrointestinale.

Il dosaggio è espresso in Unità Internazionali (IU): le preparazioni commerciali sono fornite in concentrazioni di 100 o 500 unità/mL.

L’insulina è caratterizzata da un basso indice terapeutico: la dose tossica possiede una bassa quantità di farmaco superiore rispetto alla dose terapeutica.

Meccanismo di tossicità

Il meccanismo di tossicità dell’insulina consiste nell’eccessivo calo glicemico, con conseguenti sintomi gliconeuropenici quali stanchezza, irritabilità, sonnolenza, vertigini, visione offuscata, perdita di coscienza, convulsioni, fino a raggiungere il coma; in seguito ad elevato sovradosaggio sopraggiungono danni neurologici permanenti e morte.

L’insulina inoltre, dal momento che favorisce la captazione intracellulare di potassio, causa ipokaliemia, in conseguenza alla quale in overdose si possono verificare aritmie cardiache.

La dose tossica varia a seconda dell’individuo, dal momento che la risposta all’insulina è soggettiva. Tendenzialmente un paziente non diabetico è soggetto ad una dose tossica inferiore a quella di un soggetto diabetico, dal momento che quest ultimo presenta generalmente insulino-resistenza. Crisi ipoglicemiche gravi sono state riscontrate in seguito all’assunzioni di dosi superiori alle 800 IU.

Sintomatologia

  • Sintomi gliconeuropenici:

Lievi: stanchezza, incapacità di concentrazione, irritabilità, sonnolenza, visione offuscata, astenia, vertigini, cefalea

Gravi: convulsioni, mancanza di coscienza, coma;

  • Sintomi da attivazione del sistema adrenergico: pallore, ansia, palpitazioni, sudorazione, tachicardia;

  • Squilibri elettrolitici: ipokaliemia, ipomagnesemia, ipofosfatemia

Sono stati riportati inoltre rari casi di danni d’organo quali epatotossicità e cardiotossicità.

Diagnosi

– Ipoglicemia: livelli plasmatici di glucosio <30mg/dL sono comuni in seguito ad un sovradosaggio da insulina (o, in alternativa, solfaniluree o meglitinide).

– Ricerca del peptide C, presente unicamente nell’insulina endogena, con lo scopo di distinguere la presenza di insulina esogena da quella endogena (per esempio in un paziente con ipoglicemia causata da insulina secreta da insulinoma).

– Quadro elettrolitico.

– Determinazione etanolemia, allo scopo di escludere un’eccessiva assunzione di etanolo quale genesi dell’ipoglicemia.

– Determinazione lattati venosi, nel caso in cui si sospetti ingestione di metformina.

Trattamento

  1. Antidoto primario: Glucosio endovena.

-Dose iniziale in bolo, necessaria per ripristinare un’euglicemia. Dosi: adulti= 25 g, dose pediatrica= 0.5-1 g /kg.

-Infusione endovena.

È necessario un frequente controllo glicemico, da protrarsi anche per giorni (in particolare, la durata del monitoraggio richiesto è maggiore in caso di assunzione di insulina long-acting).

  1. Glucagone (antidoto più frequentemente utilizzato in aggiunta al glucosio). Stimola glicogenolisi e gluconeogenesi a livello epatico. Dosi: adulti= 1 mg, dose pediatrica= 0.5 mg, intramuscolo o sottocute.

Sono inoltre stati riportati casi di utilizzo di:

  1. Octeotride: polipeptide sintetico analogo della somatostatina, inibisce la produzione epatica di insulina; utile per ridurre la richiesta di trattamento di glucosio endovena.

  2. Idrocortisone: utilizzato in quanto induce resistenza periferica all’insulina.

  3. Benzodiazepine/barbiturici in caso persistano convulsioni.

 

Bibliografia

Kent R. Olson – Intossicazioni acute. Veleni, farmaci e droghe – Springer II edizione

Goodman & Gilman – LE BASI FARMACOLOGICHE DELLA TERAPIA – Zanichelli editore XII edizione

Nicklas J. Johansen, Mikkel B. Christensen – A Systematic Review in Insulin Overdose Cases: Clinical Course, Complications and Treatment Options – Basic & Clinical Pharmacology and Toxicology, 2018, 122, 650-659

https://www.micromedexsolutions.com/micromedex2/librarian/CS/03EAA5/ND_PR/evidencexpert/ND_P/evidencexpert/DUPLICATIONSHIELDSYNC/7DDF1D/ND_PG/evidencexpert/ND_B/evidencexpert/ND_AppProduct/evidencexpert/ND_T/evidencexpert/PFActionId/evidencexpert.DoIntegratedSearch?SearchTerm=insulin&UserSearchTerm=insulin&SearchFilter=filterByToxHome&navitem=searchTox#

Antidoti